Arteka: Cancro

5 maggio 2008

Cancro


Il segno del Cancro è quello che dà inizio all'estate, infatti il Sole entra in questo segno il giorno del solstizio d'estate, momento in cui il giorno più lungo dell'anno incontra la notte più breve.

Siamo nella stagione in cui si formano i semi, il grano nei campi è ormai maturo e la natura è all'apice del suo ciclo di espansione. Infatti, per analogia, il segno del Cancro rappresenta la gestazione, l'espansione del ventre materno da cui sta per uscire una nuova vita.
In questo segno è racchiuso il senso di tutto l'arco vitale, dalla nascita, con ci si entra nella vita, al divenire, insito nell'esistere, al ritorno al nulla originario attraverso la morte.

Nella psicologia junghiana il Cancro simboleggia l'archetipo della Grande Madre (che rappresenta nell'inconscio collettivo il principio femminile materno), adorata in molte civiltà e religioni (come anche nel cristianesimo abbiamo Maria, madre di tutti gli uomini) e il geroglifico del Cancro (molto simile al simbolo del Tao), con i suoi due piccoli cerchi (terminanti in una linea curva) opposti e simmetrici che ricordano lo spermatozoo, l'ovulo, l'atomo, non sono che due piccoli cerchi di energia ruotante che si attraggono reciprocamente in virtù di una forza elettromagnetica, fondendosi e differenziandosi per elaborare un'entità unica e completa.

Il nome cancro viene dal greco karkinos e significa corazza, protezione, e infatti il simbolo di questo segno è il granchio, crostaceo protetto da un involucro duro, che vive fra acqua e aria, prolifico, riservato e schivo, al punto da camminare all'indietro appena qualcosa turba la sua quiete.

L'elemento del cancro è l'Acqua, l'acqua profonda degli abissi psichici e marini (nel mare come nella mente ci sono profondità talmente nascoste da risultare insondabili), il pianeta dominante del segno è la Luna, l'astro che più di ogni altro, in ogni tempo, ha attirato lo sguardo degli uomini, creando in noi profonde suggestioni psichiche.

Spesso si dice che i nativi del segno sono lunatici e ipersensibili, perché il loro umore muta continuamente come mutano le fasi lunari; la Luna ha sollecitato talmente la fantasia degli esseri umani che su di essa ci sono un'infinità di rappresentazioni mitologiche, infatti l'astro notturno ha un'amplissima casistica di nomi (e ad ognuno di essi corrisponde un mito), ne cito solo qualcuno dei più noti: Iside per gli antichi egizi, Isthar, Selene (nome che viene dal greco selas = luce), Cibele, Ecate (dea terrifica divorante e mostruosa, a volte raffigurata come Cerbero con tre teste), Lilith (la luna nera, nata dagli interrogativi che l'uomo si poneva nelle notti in cui la luna spariva dal cielo e che rappresenta, a livello psicologico, la faccia nascosta, il lato inconscio e terrorizzante (proprio perché sconosciuto) del femminile e del materno (a volte divorante e/o castrante).

Nei diversi miti troviamo sottolineati i due aspetti peculiari del femminile, uno, quello classico e rassicurante, che considera tipicamente femminile la naturale tendenza a "prendersi cura degli altri", ad "alimentare" i suoi oggetti d'amore con dedizione cieca e assoluta, e un altro, che ha a che fare col lato del femminile più inquietante e divorante, che nasce da una volontà di possesso cieca e istintiva, che pur di non rinunciare a chi ama, preferisce vederlo morto o annientato.


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