Arteka: Le qualità elementari

24 aprile 2008

Le qualità elementari


Le qualità elementeri e successivamente gli elementi vanno letti come una serie di informazioni di base utili alla comprensione di simbologie più complesse come possono essere quelle dei segni e dei pianeti. Queste, per semplicare, sono le fondamenta. Più avanti, leggendo soprattutto le simbogie stagionali, si capirà il rapporto che esiste tra questi elementi naturali, le stagioni e la nascita di un individuo, fortemente influenzato dal mondo che lo circonda.


Caldo

Il calore è fonte di energia, è principio dinamico che imprime movimento alla materia. È forza motrice e come tale muove, trasforma e fa evolvere le cose alle quali conferisce intensità, ardore, amplificazione, esaltazione. Lo slancio impresso dal calore ai vari fenomeni può essere uno slancio verso l’esterno (forza centrifuga, estrinsecazione, sviluppo, espansione), in altezza (eruzione, liberazione da pesi, disimpegno, incremento), e in avanti (impulso verso l’avvenire, forza di crescita, rapidità, proiezione, conquista).


Freddo

Il freddo è il principio negativo opposto. Analogo alla forza statica della materia inerte e pesante. È un principio statico, tendente all’immobilismo, alla contrazione, alla ritrazione, alla riserva, alla paralisi delle sostanze e degli organismi. Se è contrario all’espansione della vita ed alla sua evoluzione, è tuttavia un principio di fissazione, di condensazione e di conservazione della materia nella struttura già acquisita. Questa proprietà passiva, riduttrice, tende ad esprimersi attraverso la concentrazione (raggrinzimento, ripiegamento su se stessi, restringimento, riduzione, assorbimento, repressione), la depressione (atonia, prostrazione, appesantimento, sottomissione, abbandono allo stato vegetativo) o la retrocessione (inibizione, freno, regressione, inappetenza, rinuncia).


Umido

L’umidità è un principio di estensione o di allargamento, di ricettività, di diffusione, e per conseguenza, di distensione, di duttilità, di rilasciamento interiore, di diluizione, di spandimento, di liquidità. È anche un principio di plasticità, di penetrabilità o di assorbimento, di rivestimento, di collegamento, di mescolanza, di continuità, di omogeneità. Fa rigonfiare le sostanze, le unifica, le dissolve, tende alla semplicità e all’unità attraverso una fusione delle parti. Costituisce un fattore favorevole alla fecondità, allo sviluppo, all’espansione della vita, come pure all’adattamento dell’essere al proprio ambiente, in cui tende, dilatandosi e dissolvendosi, a integrarsi e a confondersi. Modera ed addolcisce.


Secco

La siccità, che ne rappresenta l’aspetto negativo, è un principio di ritrazione della sostanza, di restringimento, di resistenza, di isolamento, di riduzione e, per conseguenza, di tensione, di rigidità, di indurimento, di costrizione. Conduce all’auto – ripiegamento delle parti a scapito della loro coesione; limita l’essere in rapporto all’ambiente, con un meccanismo di chiusura, di auto – difesa, di rifiuto e, in questo, è un fattore di inadattabilità. Afferma tuttavia la coscienza dell’Io accentuandone l’individualità per mezzo del separatismo; è un fattore di autonomia, di assottigliamento, di selezione, di affinamento e, all’estremo, di distacco dalla materia e di sterilità. Principio intensivo, agisce a scosse, a strappi, attraverso rotture, separazioni e divisioni; principio disgregatore, rappresenta la complessità. Conduce agli eccessi, agili estremi.


In generale attribuire un complesso “caldo” a chi possiede una carnagione colorita e un’energia esteriorizzata, e viceversa “freddo”, al pallore e all’introversione di altri; riconoscere una natura “umida” dal suo aspetto dilatato, dallo sviluppo di tipo orizzontale, dall’adattabilità all’ambiente, e una natura “secca”, dalla morfologia retratta, dalla tensione ben individuata, più o meno diretta sull’ambiente. Non è che una questione di supremazia di una di queste quattro forze naturali sulle altre.


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