Arteka: Giove

12 maggio 2008

Giove


Zeus è dio degli dei; Zeus è la mente dalla quale lui produce tutte le cose, e dai suoi pensieri li crea. Quando i teologi avevano spiegato la natura del dio in questa maniera, fare un'immagine secondo la descrizione da loro indicata non era possibile, né, se alcuno lo avesse pensato, poteva mostrare l'apparire della vita, e l'intelligenza, e la previdenza dalla figura di una sfera.

Ma loro hanno fatto la rappresentazione di Zeus in forma umana, perché era attraverso la mente che aveva forgiato, e in base alle leggi della generazione aveva portato al completamento tutte le cose; ed è seduto, per indicare la costanza del suo potere: e le sue parti superiori sono nude, perché è palese nelle parti intellettuali e celesti del mondo; ma i suoi piedi sono vestiti, perché è invisibile nelle cose che giacciono nascoste sotto. E tiene lo scettro nella mano sinistra, perché più vicina a quel lato del corpo dove si trova il cuore, l'organo più intelligente e più dominante: la mente creativa è il sovrano del mondo. E nella mano destra mostra o un'aquila, perché è padrone degli dei che traversano l'aria, come l'aquila è padrona degli uccelli che volano in alto, o una vittoria, perché è vittorioso su tutte le cose.

Zeus è quindi il dio supremo del mondo greco. L’etimologia del suo nome (uno dei pochi di origine indo – europea) lo collega al cielo; è imparentato al sanscrito dyaus, div (cielo), al latino dies (giorno) e alla prima sillaba di juppiter (padre del cielo), nome con cui più tardi lo chiamarono i romani. Anche se il nome designava la luce del cielo, Zeus presiedeva tutti i fenomeni atmosferici: fulmini, lampi, pioggia, neve e tuono. La sua arma erano le folgori ed uno dei comuni epiteti omerici era “raccoglitore di nubi”. I greci credevano vivesse sull’Olimpo. Nell’Iliade siede a volte sul picco del monte Ida per osservare i combattimenti che si svolgono a Troia.

La storia della nascita di Zeus si trova nel paragrafo Saturno.

Fin dall’inizio le funzioni di Zeus furono varie e ogni aspetto della vita dell’universo era sotto la sua giurisdizione. Era chiamato “padre degli dei e degli uomini” che se alcuni di questi dei erano sui fratelli e sorelle, e non aveva generato gli uomini, nati invece dall’argilla di Prometeo de dal soffio vitale di Atena. La parola padre va forse interpretata in termini di “capo”; Zeus era un re e i re mortali avevano la sua speciale protezione. Agamennone possedeva uno scettro forgiato da Efesto per Zeus.

Zeus era l’interprete del destino: aveva due piatti d’una bilancia su cui pesava la sorti degli uomini, e quando un uomo doveva morire nemmeno l’intervento di un dio potente poteva costringerlo a mutarne il destino. Era anche a capo degli oracoli e protettore dello Stato; era chiamato anche Zeus Xenios, protettore degli stranieri. Ade veniva chiamato Zeus Katachthonios, Zeus degli inferi, ma in realtà Zeus interferì ben poco, a parte nella questione tra Ade e Demetra, nelle questioni che riguardavano quel regno.

Viene ritratto con la barba, spesso seduto su un trono; a volte indossa un elmo e impugna una folgore simile a una lancia alata, spesso porta l’egida, di pelle di capra. Era accompagnato dall’aquila. Altre caratteristiche di Zeus sono indicati dai suoi nomi: il dolce, della proprietà, della corte, protettore delle famiglie, protettore dei supplici. Qualsiasi violazione all’immunità di un uomo che avesse chiesto la protezione degli dei erano punite dall’ira di Zeus, che veniva chiamato Soter, protettore e salvatore.

Molto simile allo Zeus greco è Assur, dio eponimo degli Assiri. Egli è dio supremo e padre degli dei, re del Cielo e della Terra, despota dei destini umani. Veniva rappresentato da una figura barbuta e alata, che capeggiava dentro un disco di fuoco, in atto di tirare con l’arco. Da Assur prese il nome la più antica capitale dell’Assiria, posta sulla riva destra del Tigri.


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