Arteka: Gemelli

5 maggio 2008

Gemelli


L'ultimo segno zodiacale primaverile è quello dei Gemelli, in esso il ciclo naturale si stabilizza e si definisce.

Il glifo del segno è composto da due asticelle parallele, delimitate in alto e in basso da una linea orizzontale, secondo alcuni studiosi queste due "unità" potrebbero corrispondere alle due dimensioni del tempo e dello spazio, esse rappresentano la scissione in due polarità opposte e infatti il principio espresso dai gemelli, ci riporta a quello del suo equivalente simbolico nella cultura orientale, il simbolo del tao, diviso in Yin e Yang, matrice del concetto di armonia dei contrari.

L'etimologia della parola gemelli è molto chiara poiché viene dal latino Geminus, gemelli, vocabolo che ha un'inequivocabile attinenza con il termine greco Gamos (matrimonio, unione), a sottolineare il dualismo insito in ogni manifestazione umana risultante sempre dall'unione di due polarità contrarie e complementari che si compenetrano.

Il pianeta dominante di questo segno d'Aria è Mercurio, e l'operazione alchemica relativa a questo pianeta consiste nella unione di fratello e sorella, considerati l'incarnazione dei due elementi opposti contenenti la pietra filosofale, che aveva la straordinaria capacità di generare l'albero della vita.

Nelle coppie gemellari troviamo sempre espresse la dicotomia di bene e di male, di negativo e di positivo, polarità che ritroviamo anche nei due gemelli/dioscuri (termine che significa letteralmente "figli di Giove") Castore e Polluce, il cui mito è uno dei più attinenti al significato astrologico del segno.

Polluce era della coppia il gemello divino, perché frutto dall'unione di Leda e di Giove, trasformatosi per sedurla in cigno; Castore invece era di natura mortale, poiché generato dall'unione di Leda con il marito Tindaro. La cosa incredibile è che Leda partorisce, quasi senza dolore, dando alla luce un uovo, che si spezza, facendo uscire due fanciulli, Polluce, laborioso e dedito allo studio, e Castore, di natura più irruente, avido e lottatore.

Il mito narra che in uno scontro con altri due gemelli Castore resta ucciso e che Polluce, disperato per l'accaduto, invoca il padre Giove, chiedendogli di potersi ricongiungere al fratello e dichiarandosi disposto a perdere l'immortalità pur di ottenere questo. Giove lo esaudisce e decide che i due debbano trascorrere, a turno, un giorno in cielo e un giorno sotto terra e, a memoria del loro fraterno amore, pone in cielo la costellazione dei gemelli con le due stelle Castore e Polluce. I due vennero considerati i protettori dei naviganti a cui apparivano in forma di fuochi di Sant’Elmo.

Per esprimere intensificazione, le culture dell’antica Europa, usavano immagini di doppi, che indicavano duplicazione progressiva e quindi potenza ed abbondanza. Il dualismo veniva espresso con due linee su una statuetta, per lo più di una dea, o un uovo, un seme o con il simbolo di un duplice frutto simile a ghiande. Del periodo Neolitico, vennero trovate numerose statuine di “gemelli siamesi”, statue con due teste, di qui una più piccola dell’altra.

Il simbolo dell’uovo riguarda invece, non tanto la nascita, quanto la rigenerazione modellata sulla incessante creazione del mondo. Le forme a uovo, circoli e ovali, come simboli significativi risalgono ad un epoca precedente l’uso delle immagini doppie, cioè nel Paleolitico.

Nell’arte i circoli e gli ovali venivano incisi sui glutei femminili e sui corpi dei tori. Esistono tre categorie nel simbolismo dell’uovo: la prima comprende gli uccelli portatori di un uovo cosmologico; la seconda collega l’uovo con l’acqua e con il toro come generatore di vita; la terza associava le uova ai simboli del divenire: spirali, falci di luna, corna, vortici, serpenti e piante germoglianti.

Nessun commento: